La riserva naturale “Macalube di Aragona”, ubicata a 15 km da Agrigento, nel territorio comunale di Aragona, è stata istituita per tutelare la rarissima testimonianza dei cosiddetti “vulcanelli di fango freddi”, al cui interesse geomorfologico e genetico si aggiunge anche quello relativo ai meccanismi di formazione del metano. Le attività di ricerca scientifica promosse dall’Ente gestore hanno consentito di evidenziare anche interessanti peculiarità naturalistiche di tipo faunistico e botanico.
Il territorio della Riserva è stato suddiviso in due diverse aree in funzione delle caratteristiche ambientali e dei diversi obiettivi gestionali:
la zona A, estesa per circa 93 ettari, è l’area di maggiore importanza naturalistica legata alla presenza dei vulcanelli di fango e delle zone umide nonché alla presenza di numerose specie endemiche della flora;
le zone B e B1, estese complessivamente 163,45 ettari, hanno la funzione di aree cuscinetto a tutela della zona di massima tutela.
La zona A è interdetta alla fruizione turistica ed è riservata alle attività di conservazione e di ricerca scientifica
Il territorio della riserva presenta i caratteri paesaggistici tipici dell’entroterra siciliano, con prevalenza di forme collinari dal profilo tondeggiante legate alla presenza dei depositi argillo-marnosi, incise da una fitta rete di solchi vallivi poco profondi, percorsi nei mesi autunnali ed invernali da acque di origine meteorica.
In questo contesto generale spicca una landa circolare, ricoperta da argille cineree e da crepe da cui si elevano, quasi a ricordare un paesaggio lunare, piccoli coni dai quali fuoriescono rivoli di fango argilloso: è la cosiddetta Collina dei Vulcanelli.
Si tratta di un raro fenomeno geologico che, per analogia morfologica con quello vulcanico, viene definito vulcanesimo sedimentario e che rientra tra le manifestazioni petrolifere superficiali di tipo gassoso. Il gas, per effetto della pressione cui è sottoposto, sfugge dal sottosuolo attraversando tali discontinuità trascinando con sé sedimenti argillosi ed acqua. Il materiale viene quindi deposto in superficie dove dà luogo ad un cono di fango, più o meno regolare, dalla cui sommità, attraverso un cratere, fuoriesce il gas. La miscela di gas esalati dalle Macalube di Aragona è costituita prevalentemente da metano, con basse concentrazioni di anidride carbonica, di elio ed altri costituenti in traccia. La loro origine è di natura biogenica, il che esclude qualunque connessione con fenomenologie di origine vulcanica.
La collinetta delle Macalube viene localmente chiamata anche “Occhiu di Macalubi” in ragione della sua forma circolare e del colore biancastro della polvere di cristalli che su essa si deposita per evaporazione dell’acqua, ricca di sali, che dai vulcanelli fuoriesce. Periodicamente, quando le normali vie di sfogo del gas si ostruiscono e la pressione degli accumuli di gas al di sotto della superficie supera la pressione litostatica, la collina viene interessata da eruzioni esplosive che interrompono il normale deflusso dei gas. Durante tali eventi, ingenti masse di materiale argilloso misto a fango, acqua e gas vengono scagliate a notevole altezza (il termine “macalube”, con cui viene definito in geologia il fenomeno, deriva probabilmente dall’arabo “maqlùb”: ribaltamento, rovesciamento). La particolare rarità e l’estensione del fenomeno geologico conferiscono alla riserva caratteristiche di assoluta unicità.